Italia in guerra, ma gli Italiani non lo sanno

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di Salvo Barbagallo

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Italiani (e forestieri) in guerra contro il grande caldo, altre guerre non vorrebbero e poco interesse c’è per le guerre considerate “altrui”.

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Nel normale disinteresse della collettività nazionale verso i fatti che (apparentemente) non ci toccano direttamente (cioè, in prima persona) si registra per l’attuale Governo Italiano l’implosione della questione migranti, per la quale si incominciano ad avvertire le prime (?) pesanti ripercussioni di una politica dell’accoglienza forsennata (secondo la nostra opinione, ma potremmo essere in errore…) che, nel tempo, ha messo in luce scandali, speculazioni e strumentalizzazioni di vario tipo; si evidenzia per i governanti italiani il problema di iniziative (?) contraddittorie nei confronti di una Libia il cui Governo ufficiale, quello di Fayez al Sarraj (voluto dall’ONU e appoggiato anche economicamente per delega dall’Italia) che non è in grado di unire le diverse fazioni che dividono quel Paese; per i responsabili che dovrebbero avere cura di questa Italia che sbanda, tanti e tanti problemi che l’Estate torrida e imprevista fa accantonare.

Figurarsi in queste condizioni gli Italiani che stanno a riflettere su quanti connazionali in armi sono impegnati in località estere a seguito di accordi internazionali, ufficialmente in difesa della Pace!… E poi, la Costituzione viene ricordata nelle sue precise e indiscutibili norme solo quando fa comodo a questa o a quell’altra compagine politica.

Questa premessa, che poi è tutto il contenuto di quanto scriviamo, perché andando a vedere su internet i siti di Giornali specializzati, si scoprono cose che suscitano perplessità, soprattutto quando l’ignoranza (cioè, la mancanza di conoscenza, cioè di specifica informazione) ha il sopravvento.

Così veniamo a conoscenza, grazie a un Editoriale di Gianandrea Gaiani su “Analisi Difesa”, che L’Esercito italiano ha schierato una batteria di missili terra aria SAMP/T in Turchia, nell’ambito dell’impegno assunto dalla Nato per rispondere alla richiesta di aiuto di Ankara per la protezione del suo spazio aereo dal rischio di sconfinamenti provenienti dalla Siria (…) Le conferme dell’arrivo in Turchia dei militari e dei mezzi dell’Esercito Italiano sono state fornite dalla stampa turca e dall’agenzia di Stato Anadolu che il 7 giugno hanno pubblicato le foto della colonna militare (una decina di autocarri) sbarcata nel porto di Iskenderun e diretta nella zona di Kahramanras nei pressi del confine siriano (…) Il giornale Daily Sabah ha riferito del dispiegamento del “sistema di difesa aerea avanzato italiano per combattere lo Stato Islamico” che però notoriamente non dispone né di velivoli né di missili balistici (…)  La nuova missione militare italiana, oltre alle implicazioni legate al conflitto siriano, non può non venire contestualizzata nella crescenti tensioni tra NATO e Russia. La batteria missilistuica è infatti schierata a due passi da un’area conflittuale complessa dove le truppe turche colpiscono in Siria le milizie dello Stato Islamico e quelle curde, sostengono altre milizie islamiste come quelle di al-Qaeda (Fronte al-Nusra) e combattono sul territorio turco e in Iraq le forze curde del PKK (…). Ecco, grazie a Gianandrea Gaiani si viene a conoscenza di questo “dettaglio” dell’operatività militare italiana all’estero, perché, di fatto, se si vuole andare a scoprire nel sito ufficiale del Ministero della Difesa questo informazione, il risultato è una perdita di tempo per le difficoltà che si incontrano nel muoversi nella mappa dell’online ministeriale.

Palesi contraddizioni del nostro Governo che, da una parte condanna la Turchia di Erdogan, ma che poi non perde l’occasione di inviare un nostro contingente armato su quel territorio… Nessun Governante italiano (ministro Pinotti in testa) osa spiegare agli Italiani quanto accade in campo militare: non c’è da stupirsi, pertanto, se nessun Governante italiano osa spiegare il perché delle tanti basi statunitensi autonome (con tanto di ordigni nucleari presenti) sparse sul territorio italiano e, soprattutto, in Sicilia. Se qualche cittadino osasse chiedere sicuramente otterrebbe la risposta “Si tratta di accordi e Trattati internazionali”… E tanto basta.

Le foto sono riprese da “Analisi Difesa” che ringraziamo anticipatamente.

 

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